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Guideremo mai una Apple Car?

Tempo di lettura: 10 minuti

Nessuno ha la sfera di cristallo ma, spoiler alert, a mio avviso la risposta è: probabilmente NO.

Non perchè Apple non sia in grado di per se, semplicemente penso stiano lavorando su qualcosa di diverso dal creare un’auto vera e propria.
Avrebbe avuto senso forse 10 anni fa, oggi il mercato si sta popolando e la concorrenza si fa agguerrita.
Creare da zero un prodotto così complesso, ma soprattutto metterlo in produzione, è un’impresa titanica. Inoltre parliamo di un brand che ha standard qualitativi al top, sia nella produzione che nell’assistenza. Quindi significherebbe non solo fare le cose, ma farle bene! Mettere in piedi da 0 un’infrastruttura e un ecosistema dedicati.
Apple è storicamente l’azienda che irrompe in un mercato in cui è nuova con un prodotto di rottura e che sbaraglia senza pietà la concorrenza. Tuttavia “l’iPhone dell’automotive” lo ha già creato Tesla, ponendosi come leader da inseguire già staccato di diverse lunghezze.

iPhone 2G 2007

A Cupertino dovrebbero tirar fuori dal nulla qualcosa di super rivoluzionario, e non è facile. Ci ha già provato Dyson, che aveva tutte le carte in regola per riuscirci, a partire dai quasi due miliardi di sterline investiti. Fortunatamente, a detta di James Dyson, non è stata un’impresa completamente inutile, hanno imparato tantissimo e dei frutti degli studi inizialmente indirizzati all’auto ne hanno beneficiato i prodotti destinati ad altri settori in cui l’azienda è competitiva (spero non per le inquietanti cuffie con depuratore d’aria…) riducendo il danno indotto dal fallimento del progetto.

Dyson con la sua auto elettrica

Oppure Apple punta a qualcosa che gli altri automaker ancora non hanno?
La, dove la partita è ancora aperta.

Tecnologia a compartimenti stagni

Sono rari i prodotti basati su hardware e software veramente integrati nel contesto in cui devono operare. Quante volte ci siamo lamentati di incompatibilità di quello che stiamo utilizzando col sistema del nostro smartphone o di cose banali, come la mancanza di un semplice Qr code che ci costringe a cercare manualmente manuali e applicativi o peggio ancora cose che dovrebbero venire aggiornate e invece restano la, abbandonate dai loro stessi creatori.
Uno dei settori in cui è assolutamente palese la miopia, l’impreparazione tecnologica e la totale mancanza di visione d’insieme è sicuramente quello dei sistemi di infotainment delle auto.
Anche i brand premium offrono delle soluzioni che fanno veramente schifo, sembra che stiano esplorando un mondo sconosciuto, che non abbiano mai usato uno smartphone e vadano per tentativi quando soluzioni funzionanti da prendere come esempio ce ne sono (vedi Tesla).
Sistemi chiusi, imbarazzanti, pieni di bug, brutti e poco fruibili se non inutili la fanno da padroni in auto che superano anche i 100.000 euro.

Infotainment jaguar
Il ributtante infotainment di Jaguar

Non a caso sia Apple che Google spingono da anni per ottenere l’interoperatività coi loro OS, per portare nelle auto quantomeno l’aspetto di “entertainment” a un livello decente. Se le auto fossero fatte bene nessuno ne avrebbe sentito l’esigenz, tuttavia anche queste piattaforme esterne faticano a diffondersi, osteggiate dai produttori sia per poter continuare a vendere gli abbonamenti ai loro penosi navigatori integrati, sia per non doversi preoccupare degli aggiornamenti di sistema..

CarPlay
Apple CarPlay

Un problema non da trascurare è che CarPlay e AndroidAuto semplicemente trasformano lo schermo dell’auto in un display esterno dello smartphone in cui girano fisicamente le applicazioni, di fatto è poco più di un’interfaccia sopra il sistema operativo integrato che continua ad avere l’esclusiva per tutte le funzioni specifiche dell’auto. Spesso si vede l’infotainment saltare da un’interfaccia all’altra e questo crea molta confusione negli utenti meno avvezzi alla tecnologia, mentre fa letteralmente salire l’omicidio a chi sa cosa sta succedendo.

Android Auto
Android Auto

E se i punti forti di Apple sono proprio l’integrazione e la semplicità d’uso, infilare il proprio OS in questo pasticcio grafico e funzionale sicuramente non piace a Cupertino che durante il WWDC 2022 ha presentato la versione 2 di CarPlay, molto più pervasivo a livello di interfaccia, che ambisce a controllare tutti gli schermi e le principali funzionalità dell’auto per mantenere coerente l’interfaccia. Annunciato senza troppi fronzoli non ha destato particolare hype ma a ben vedere forse questa è solo la punta dell’iceberg…

Project Titan

Da oltre 10 anni i rumors parlano di questo fantomatico Project Titan che vedrebbe Apple impegnata nello sviluppo di un’auto. In tempi non sospetti lo stesso Steve Jobs, nell’ormai lontano 2008, parlava di come Apple avrebbe potuto “riformare” l’automobile Un’idea che, secondo Tony Fadell, venne accantonata perchè “troppo in anticipo sui tempi”. Poco è stato dichiarato da Cupertino in merito ma periodicamente si sente parlare di qualche top manager rubato a qualche automaker che viene assegnato al progetto.
Non solo, Apple ha al momento la flotta di auto per lo sviluppo della guida autonoma più numerosa in assoluto, più di Tesla o Mercedes che su questo settore fondano il loro business.

presunta apple car

Quindi cosa bolle in pentola? Prima si è parlato di un’auto, poi solo di un sistema di guida, poi ancora di una piattaforma destinata a terzi e infine di fantomatiche collaborazioni niente meno che con Hyundai/Kia. Degno di menzione anche l’aneddoto mai confermato da Tim Cook secondo cui Elon Musk, tra il 2017 e il 2018, avrebbe proposto proprio ad Apple di comprare Tesla a seguito delle difficoltà riscontrate con la produzione della Model 3 che le fecero rischiare la bancarotta. Comunque nessuna conferma ufficiale, solo un decennio di rumors dettati più dal clickbait che dai fatti.
Ma se non ci sono state conferme non ci sono state nemmeno smentite e pare che questo progetto sia ancora in essere. Ad oggi, aprile 2023, c’è ancora chi lo da per certo.

Dove vuole arrivare Apple?

In mancanza di dichiarazioni ufficiali, proverò a fare qualche speculazione.

Un passo indietro, verso la TV

Una delle ambizioni di Steve Jobs nei suoi ultimi anni era quella di riformare la TV. Credeva fermamente nell’allora nascente concetto di streaming e fu intorno a questo che si concretizzò AppleTV, un media center proprietario inizialmente basato su un Intel Celeron per poi diventare la mattonella nera che conosciamo, con al suo interno qualcosa di molto più simile ad un iPhone. AppleTV si basa su una versione ad hoc di iOS denominata TVOS e in perfetto stile Apple si integra con tutti i servizi e l’hardware della mela. La sua interfaccia minimalista rimane ancora superiore agli altri sistemi instegrati nelle smart TV come Tizen, WebOS e Android TV. Apple si occupa di fornire costantemente aggiornamenti e un app store dedicato, AppleTV oltre che a media center funge anche da HUB domestico per la domotica basata su Homekit e Matter. Ad Apple però non interessa produrre l’intera TV o dare il licenza il sistema a chi le fa ma vendere solo il media center separatamente. Evitare di impegolarsi con la produzione dell’intero pannello in un settore iperinflazionato dove l’obsolescenza programmata è dietro l’angolo, permette all’Azienda di concentrarsi in quello che è il suo punto forte: l’esperienza d’uso.

Appletv

Qualsiasi TV, vecchia o nuova, smart e non, o anche un semplice monitor possono trasformarsi in dispositivi per l’intrattenimento che offrono un’esperienza di utilizzo unica. La configurazione è immediata, il sistema si occupa autonomamente di tutti gli aspetti, compresi il setup e il login ai vari servizi. l’iPhone a sua volta diventa una sonda di calibrazione, un telecomando, una periferica in grado di inviare materiale multimediale, tutto senza configurare nulla. Grazie alla posizione del telefono il media center gestisce anche l’audio spaziale, le telecamere Homekit Secure Video si interfacciano in tempo reale in modalità PiP ogni qual volta ci sia bisogna di segnalare una presenza. Insomma, qualcosa che le smart TV native al momento non sono ancora in grado di fare. Il tutto comandato da un telecomando con letteralmente 4 pulsanti. Questo media center ben rappresenta l’approccio di Apple non solo al mondo dell’intrattenimento da salotto.
Ma come è stato possibile realizzare tutto ciò?
Strano a dirsi ma Apple deve ringraziare SONY per il suo standard HDMI che ha creato una porta e un linguaggio che permette a qualsiasi dispositivo di pilotare un sistema multimediale.

hdmi

Quindi se la storia si stesse ripetendo, oggi Apple starebbe sviluppando un sistema che utilizza l’automobile come dispositivo di output di un “cervello” capace di lavorare sia sull’infotainment che sulla guida autonoma con lo stesso principio che collega il media center alle TV.

CarPlay 2

Come accennato sopra, Apple ha presentato alla WWDC 2022 la versione 2 del suo CarPlay che promette di essere qualcosa di radicalmente diverso dal predecessore. In realtà non si sa molto e non è detto che lo scopo del progetto Titan alla fine non fosse proprio questo. Quel che si sa è che CarPlay2 prenderà il controllo di tutti gli schermi dell’auto e medierà anche con l’hardware di bordo per mantenere una continuità nell’interfaccia. Si potranno così comandare aspetti come la climatizzazione e leggere ii dati di marcia senza passare per il sistema dell’auto. Non è chiaro dove verrà eseguito, se sull’iPhone o in locale come AAOS che vedremo tra poco. Alla fine del 2023 verranno rivelati nuovi dettagli (forse già alla WWDC2023) ma è poco probabile che sia un sistema operativo embedded per l’infotainment. Apple sicuramente farebbe un buon lavoro ma difficilmente i produttori accetterebbero di avere tutti la stessa interfaccia e di non poter controllare a proprio piacimento il sistema.

carplay 2

Android Automotive Operating System (AAOS)

Google ha fatto un passo avanti rispetto ad Android Auto con AAOS, ovvero una versione di Android dedicata all’automotive che si propone di gestire tutto il comparto di infotainment. Nato con la collaborazione di importanti brand del settore come Volvo e Audi, il sistema si propone come un’alternativa scalabile e personalizzabile che gli automakers preinstallerebbero sulle auto. Da semplice interfaccia del telefono Android, AAOS diventa il sistema operativo vero e proprio dell’auto. E per quanto personalmente io detesti Android, questo è veramente un salto quantico in fruibilità. Già quest’anno dovremmo vederlo a bordo delle nuove Volvo Polestar.
Ma scalabilità e personalizzazione non sono certo aggettivi che piacciono ad Apple che non potendo controllare verticalmente anche l’hardware, difficilmente si spingerebbe a concedere ai produttori l’utilizzo di un suo sistema proprietario.

AAOS

Comma AI

Ma si può comandare un’auto tramite un’interfaccia fisica di terze parti? Esiste l’equivalente della porta HDMI sulle auto, un accesso che permetta di interfacciarsi con tutte le componenti del veicolo? La risposta è sì e si chiama OBD2, più precisamente OBD C (per tagliarla grossa, una presa OBD2 per la quale passa CANbus, il sistema col quale i vari componenti dell’auto dialogano tra loro, e che si interfaccia all’USBC). Precisiamo, non vale per tutte le auto ma solo per quelle che dispongono di comandi drive by wire. E c’è già chi ci sta provando, parliamo di Comma AI, la startup di Gerge Hotz che punta allo sviluppo di un dispositivo universale che collegato all’auto sia in grado di pilotarla autonomamente tramite un sistema di camere e sensori e un software chiamato OpenPilot.

schema obd2

Apple, se effettivamente stesse puntando ad un sistema simile, lo farebbe a modo suo, proprio come ha fatto per le TV. Tuttavia passare da qualcosa di innocuo da utilizzare seduti sul divano a qualcosa che si prende la briga di guidare la nostra auto non è proprio una passeggiata.
Visto che siamo sempre nel campo delle speculazioni, è lecito chiederci: Apple vuole creare solo un sistema operativo, come sta facendo Google con AndroidAuto, oppure un dispositivo hardware come Comma AI? Conoscendo la sua fissa per l’integrazione verticale di hardware e software verrebbe da propendere per la seconda ipotesi. In tal caso, fin dove si spingerebbe? Cosa verrebbe utilizzato di già presente nell’auto, a che standard dovrebbe conformarsi e cosa verrebbe aggiunto da questo AppleCar? Quindi, oltre a definire uno standard di connessione, dove si installarebbe l’hardware? In alloggi a DIN nel cruscotto come gli attuali autoradio? Sul parabrezza come Comma AI?

open pilot

Matter

matter

Apple sta spingendo da anni per l’adozione di Matter, uno standard universale per la domotica redatto da CSA (Connectivity Standards Alliance) della quale la casa di Cupertino è uno dei principali membri. Matter prevede dei cluster dedicati alle auto elettriche, in particolare per la gestione della ricarica.
Forse (ricordo che siamo sempre nel campo delle speculazioni) Matter potrebbe essere un tassello importante di questo puzzle, una AppleCar potrebbe integrarsi alla domotica in un modo molto più profondo di quanto si è visto fare finora (non che ci voglia molto…) anche in ottica di una futura implementazione dei sistemi Veicle 2 Grid. La casa e l’auto si fonderebbero in un continuo paragonabile alle tecnologie Hand Off e Continuity che Apple già utilizza per far collaborare i suoi dispositivi.

Robotcar e mappe

E se… Ad Apple non importasse nulla di quanto detto fin qui ma volesse semplicemente creare una flotta di instancabili auto robot da sguinzagliare in giro per le strade per migliorare le mappe?

Conclusione

Insomma, sembra una strada percorribile e perfettamente logica ma con delle insidie e delle criticità che difficilmente si potranno risolvere. Apple ha le risorse per superare le difficoltà tecniche ma convincere il mondo degli automaker ad aprirsi ad una simile piattaforma potrebbe essere un’impresa impossibile. Sappiamo quanto questo mercato sia ermetico e refrattario all’innovazione, basta osservare con che lentezza si sta aprendo alle piattaforme come CarPlay e Android Auto e come non stia imparando la lezione che l’infotainment è parte vitale del veicolo, specie ora che la guida è sempre più automatizzata. E se Ford ha capito che CarPlay toglie parzialmente le castagne dal fuoco nello sviluppo di un infotainment decente, altri come General Motors hanno deciso di tagliare il supporto, facendo un passo indietro.

Solo Tesla è all’avanguardia su questo aspetto e, proprio come Apple, preferisce farsi tutto in casa.

Ma a dirla tutta, da utente hardcore della mela, non so se guiderei un’auto 100% made in Cupertino. Apple eccelle nei dettagli, nelle integrazioni. Creare un’auto che mantenga la filosofia aziendale significa crearci intorno un ecosistema. Abbiamo visto come si sono impegolati solo cercando di creare un caricabatterie wireless, figuriamoci un intero mezzo di trasporto. Pur essendo una delle aziende col più alto valore in assoluto (se non la la prima) continua ad essere gestita come una startup, i suoi progetti sono volutamente limitati per poter essere curati nel dettaglio. Non come altri produttori di PC o smartphone che fanno anche altre cose completamente diverse e sfornano decine di versioni dello stesso prodotto, spesso in modo approssimativo (Samsung?).

Aggiornamento a Marzo 2024

A quanto pare Apple chiude il progetto Titan dopo 10 anni, gli oltre 2000 dipendenti sono stati dirottati su altri incarichi. Quindi no, non guideremo mai un’Apple Car o qualunque cosa stessero facendo. Si parla di oltre 10 miliardi investiti nella causa dal 2004 a oggi ma Apple non ha rilasciato alcun commento e nessuna conferma. Si pensa che le risorse verranno investite nello sviluppo di A.I. generativa ma anche questo è qualcosa di poco chiaro. Anche se in tutte le sue presentazioni Apple ha cautamente evitato il termine “intelligenza artificiale”, forse un po’ per dissociarsi dai pregiudizi (per non dire i pasticci…) che questa entità sta generando, è chiaro come in realtà siano molto avanti nello sviluppo. Se è vero che Siri risulta un po’ imbachettata rispetto alla concorrenza, chi ha provato Vision Pro non è riuscito a spiegare diversamente l’accuratezza che ha il dispositivo nell’intuire le intenzioni dell’utente. Vedremo alla WWDC 2024 cosa arriverà da Cupertino…